
Il futuro è dolce (e low carb): i nuovi dolcificanti che potrebbero rivoluzionare il mercato
Negli ultimi anni, l'interesse verso dolcificanti a basso contenuto calorico e con indice glicemico nullo o quasi è cresciuto in modo significativo, soprattutto tra coloro che seguono un'alimentazione low carb o chetogenica. Alla base di questa evoluzione vi è la ricerca costante di soluzioni che siano non solo più salutari, ma anche più performanti dal punto di vista organolettico e tecnologico. In questo contesto, una nuova generazione di dolcificanti si sta affacciando sul mercato, alcuni già autorizzati in diversi Paesi, altri ancora in attesa di validazione da parte delle autorità competenti come la FDA e l'EFSA. In questo articolo analizziamo quattro dei più promettenti.
Nota sulle sigle
- FDA (Food and Drug Administration): è l'ente governativo degli Stati Uniti responsabile della regolamentazione di alimenti, farmaci e integratori. La sua valutazione (nota come GRAS, Generally Recognized As Safe) è spesso il primo passo per l'introduzione di nuovi ingredienti sul mercato americano.
- EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare): è l'organismo indipendente dell'Unione Europea che valuta la sicurezza degli alimenti e degli additivi alimentari. Per essere commercializzato in Europa, un dolcificante deve essere autorizzato come "novel food" o come additivo, sulla base di una valutazione EFSA.
1. Allulosio (D-Psicose): il gemello virtuoso del fruttosio
L'allulosio è un monosaccaride naturalmente presente in piccole quantità in alcuni frutti, come fichi e uvetta. Dal punto di vista chimico, è un epimero del fruttosio, ma con caratteristiche metaboliche decisamente più interessanti: contiene circa 0,2 kcal/g e non influenza i livelli di glucosio o insulina nel sangue.
Aspetti principali:
- Non ha effetti lassativi, a differenza di altri polioli.
- Mantiene un sapore molto simile allo zucchero tradizionale.
- Può essere utilizzato in cottura e fermenta in modo efficace.
Altri vantaggi: Studi preclinici suggeriscono che l'allulosio possa migliorare la sensibilità insulinica e promuovere la perdita di peso, se integrato in una dieta bilanciata. Inoltre, sembra avere un impatto positivo sulla salute epatica, riducendo l'accumulo di grassi nel fegato.
Situazione normativa: Negli Stati Uniti è considerato GRAS (Generally Recognized As Safe) e non viene conteggiato tra gli zuccheri aggiunti. In Europa, è in attesa di autorizzazione come novel food dal 2018.
Quanto costa: Il prezzo all'ingrosso varia da circa 0,88 a 2,63 euro/kg. Al dettaglio, confezioni da 450-1000 g possono arrivare a 26-35 euro. Con l'espansione della produzione industriale, i costi potrebbero ulteriormente scendere.
2. Keto-Fructose: fermentazione e innovazione
Derivato dalla fermentazione di zuccheri presenti in mele e pere, il cosiddetto "keto-fructose" è un dolcificante emergente studiato per offrire una dolcezza simile al saccarosio, con un apporto calorico ridotto e un profilo funzionale particolarmente adatto alla produzione industriale.
Aspetti principali:
- Apporto calorico di circa 1,5 kcal/g.
- Buona solubilità e gusto rotondo, senza retrogusti sgradevoli.
- Non promuove la carie e risulta neutro rispetto al microbiota intestinale.
Altri vantaggi: Grazie alla sua stabilità in soluzioni acide e alla buona compatibilità con ingredienti funzionali (fibre, proteine, probiotici), questo dolcificante si candida a diventare una soluzione ideale per bevande salutistiche, barrette energetiche e dessert refrigerati.
Situazione normativa: Attualmente in fase di valutazione GRAS dalla FDA. In Europa non è ancora stato presentato alcun dossier all'EFSA.
Quanto costa: Non essendo ancora sul mercato, il prezzo è solo stimato. Si prevede che possa situarsi tra 0,88 e 4,39 euro/kg, in linea con altri dolcificanti fermentati su scala industriale.
3. Monk Fruit (frutto del monaco): la tradizione asiatica al servizio dell'innovazione
Originario del sud della Cina, il frutto del monaco (Siraitia grosvenorii) è noto per la sua elevata dolcezza dovuta alla presenza dei mogrosidi, composti fino a 250 volte più dolci dello zucchero. Il suo impiego in ambito alimentare è consolidato in Asia e in Nord America.
Aspetti principali:
- Completamente naturale.
- Non ha impatti sulla glicemia.
- Adatto alla cottura, a patto che sia purificato in modo adeguato.
Altri vantaggi: A differenza di altri dolcificanti intensi, il monk fruit ha un profilo aromatico più morbido e meno metallico. Inoltre, i mogrosidi sono stati oggetto di studi per le loro potenziali proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Situazione normativa: Negli Stati Uniti è autorizzato e impiegato in vari prodotti, spesso miscelato con eritritolo. In Europa, invece, l'ingrediente non è ancora autorizzato, poiché manca una richiesta ufficiale all'EFSA.
Quanto costa: All'ingrosso, gli estratti al 20-50% di mogrosidi costano tra 12,30 e 15,80 euro/kg. I prodotti ad alta concentrazione venduti al dettaglio possono superare gli 800 euro/kg.
4. Brazzeina: dolcezza proteica ad alta intensità
La brazzeina è una proteina naturale estratta dal frutto della pianta africana Pentadiplandra brazzeana Baillon. Ha un potere dolcificante elevatissimo (da 500 a 2000 volte lo zucchero), con un gusto pulito e senza retrogusti persistenti. Inoltre, è stabile al calore e può quindi essere utilizzata in cottura.
Aspetti principali:
- Ne basta una quantità minima per ottenere un effetto dolcificante.
- Non influisce sui livelli di glicemia.
- È incolore, insapore se isolata e altamente solubile.
Altri vantaggi: Essendo una proteina, la brazzeina potrebbe avere un valore aggiunto in prodotti ad alto contenuto proteico e destinati ad alimentazioni speciali. Inoltre, la sua struttura è altamente resistente alla denaturazione termica, rendendola adatta a prodotti da forno e pasticceria.
Situazione normativa: In fase avanzata di approvazione GRAS negli Stati Uniti. In Europa non è ancora stata avviata alcuna procedura di autorizzazione.
Quanto costa: Il costo per piccoli lotti è elevato: tra 210 e 228 euro/kg. Tuttavia, con la produzione su larga scala, potrebbe scendere a 0,88-4,39 euro/kg.
Aggiornamenti EFSA: le rivalutazioni più recenti
Nel frattempo, l'EFSA continua a monitorare e rivalutare i dolcificanti già presenti sul mercato, alla luce delle nuove evidenze scientifiche:
- Acesulfame K (E950): la dose giornaliera ammissibile è stata aumentata da 9 a 15 mg/kg di peso corporeo.
- Eritritolo (E968): confermata la sicurezza d'uso nel 2023, pur con attenzione agli effetti lassativi in caso di consumo elevato.
- Sucralosio (E955): in fase di rivalutazione. Alcuni studi recenti hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza a lungo termine.
- Stevia (E960): la sicurezza complessiva resta confermata, ma l'EFSA ha richiesto nuovi dati sui glicoli residui.
- Saccarina (E954): confermata come sicura, con ADI rivista a 9 mg/kg peso corporeo al giorno.
FDA e EFSA a confronto – due approcci diversi, obiettivo comune
Mentre il nostro “assaggio” del futuro dolce procede con allulosio, keto‑fructose, monk fruit e brazzeina, è fondamentale comprendere come differiscono i percorsi regolatori e i controlli di FDA (USA) ed EFSA (UE).
🔹 Struttura e processi
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FDA: unisce valutazione (risk assessment) e gestione del rischio nello stesso ente.
- Ha due principali strumenti: il processo formale di approvazione come Food Additive, che richiede la presentazione di una petizione e un’analisi completa dei dati e il sistema GRAS, in cui spesso sono gli operatori a dichiarare che un ingrediente è “generalmente riconosciuto come sicuro”. Questo approccio può portare a una maggiore velocità di mercato per le aziende, ma apre anche questioni su conflitti d’interesse e trasparenza .
- EFSA + Commissione UE: regolazione bipartita, con separazione chiara tra valutazione scientifica (EFSA) e decisioni normative (Commissione/Parlamento).
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- EFSA esegue una rigorosa risk assessment scientifica, analizzando pubblicamente dati su sicurezza, tossicologia, esposizione, gruppi vulnerabili.
- La Commissione integra questa valutazione con principi come precauzione e impatti socio-economici, prima di autorizzare o meno un prodotto.
🔍 Sicurezza e trasparenza
- In Europa, la procedura pre-market è più cauta e lenta, perché richiede dossier completi come “novel food” e gestisce le incertezze scientifiche con rigore.
- Negli Stati Uniti, grazie al sistema GRAS, alcuni ingredienti possono arrivare sul mercato prima di ricevere l’approvazione formale, accelerando l’innovazione ma richiedendo una sorveglianza potenzialmente meno rigorosa.
✅ Chi protegge meglio i consumatori?
- FDA: mira a un bilanciamento tra sicurezza e innovazione, ma la gestione accentrata e il sistema GRAS possono rendere meno trasparente il processo.
- EFSA: con la sua indipendenza scientifica, trasparenza e separazione tra valutazione e gestione, offre generalmente un approccio più rigoroso. Tuttavia, rispondere alle emergenze è più lento, a causa dei passaggi multipli e delle analisi pubbliche.
In sintesi, FDA ed EFSA condividono lo stesso fine — garantire la sicurezza alimentare — ma adottano due strade diverse:
- una, quella americana, più reattiva e orientata al mercato,
- l’altra europea, basata su un approccio precauzionale e trasparente, che preferisce attendere dati solidi prima di autorizzare nuovi ingredienti.
In conclusione, il settore dei dolcificanti a basso contenuto calorico si trova in una fase di rapida evoluzione. Nuove molecole promettenti si affacciano sul mercato, mentre le autorità regolatorie aggiornano costantemente le valutazioni dei composti già in uso. Resta da vedere quali innovazioni riusciranno effettivamente a entrare nella produzione alimentare europea, e con quali tempistiche.